La tokenizzazione degli asset finanziari è una opportunità, sia per gli investitori che per le aziende: permette di superare i confini del mercato nazionale, velocizzare le operazioni e soprattutto ottenere maggiore trasparenza e sicurezza nelle transazioni.
Per capire esattamente come funziona il processo di tokenizzazione degli asset è importante fare un passo indietro e comprendere cosa è un token.
Quando si parla di asset finanziari e di blochckanin spesso si tende a fare confusione con le criptovalute; questi sono strumenti che, per quanto affondino le radici nella stessa tecnologia, sono differenti.
Per aiutarti a comprendere meglio cosa si intenda per tokenizzazione degli asset e come questa si differenzi dalle criptovalute come Bitcoin, in questo articolo ti parleremo di un concetto che sta alla base di questi processi: oggi ti spiegheremo nel dettaglio cos’è un token.
Cosa significa token?
Chiarire il significato di token non è semplice, anche perchè “token” è una parola polisemica, un termine che dentro raccoglie diversi significati e diverse accezioni, questo è di sicuro causa della confusione.
In genere la parola token è usata nel settore dell’economia per riferirsi a una criptovaluta o a un asset digitalizzato, ma può essere utilizzata anche negli altri modi.
Ecco tutti i significati che può assumere la parola token.
- Token come sinonimo di cryptovaluta. La parola token viene utilizzata per riferirsi alle criptovalute (ad eccezione dei bitcoin e di Ethereum).
- Token come sinonimo di asset, o token crittografico. Il termine token viene utilizzato per riferirsi agli asset digitalizzati tramite tecnologia blockchain, per esempio gli asset finanziari (azioni, titoli di debito etc…).
Cos’è un token digitale?
L’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano ha definito il token nel seguente modo: “Un’informazione digitale, registrata su un registro distribuito, univocamente associata a uno e un solo specifico utente del sistema e rappresentativa di una qualche forma di diritto: la proprietà di un asset, l’accesso a un servizio, la ricezione di un pagamento, e così via”.
Ma quindi cos’è esattamente un token?
Un token può essere considerato come una rappresentazione digitale di valore o diritti che si trova all’interno di una blockchain.
I token, a differenza delle crypto che sono progettate proprio come il denaro, come strumento di scambio, possono assumere diversi ruoli: possono essere una rappresentazione di beni fisici (opere d’arte, beni immobili o azioni), beni digitali, o diritti di voto.
Token fungibili e token non fungibili: facciamo chiarezza
Poco fa hai letto che i token possono avere differenti ruoli, ma questo non significa che siano tutti identici.
La prima grande distinzione che si può fare per comprendere al meglio l’utilizzo e il ruolo dei token è quella di distinguere tra Token fungibili e token non fungibili (NFT).
Token fungibili
I token fungibili sono quelli che possiedono un valore identico e sono intercambiabili tra loro. Per essere considerato fungibile, un bene deve appartenere a una categoria omogenea, come il denaro, l’oro, le quote societarie o il petrolio che possono essere interscambiabili, sostituibili e divisibili.
I non fungible token (NFT)
Gli NFT, o non fungible token, rappresentano beni unici e indivisibili, come opere d’arte digitali, opere musicali o oggetti da collezione. A differenza dei token fungibili, che sono intercambiabili tra loro, ogni NFT ha un valore e un’identità unici.
Le diverse tipologie di token
Poco fa abbiamo approfondito il significato di fungible e di non fungible token, ora siamo pronti per approfondire i metodi di applicazione dei token: i diversi tipi di ruolo che possono avere i token e come vengono utilizzati.
- Token di Utilità (utility token). I token di utilità sono progettati per fornire a chi li detiene la possibilità di accedere a prodotti o servizi specifici all’interno di un ecosistema (per esempio l’ecosistema aziendale). Anche se non sono progettati per essere un investimento vero e proprio, possono essere utilizzati dalle aziende che cercano capitali come una sorta di gift card: una startup può consegnare ai nuovi investitori degli utility token che possono utilizzarli per accedere ai prodotti o ai servizi aziendali.
- Token di Sicurezza (security token). I token di sicurezza rappresentano una piccola parte di un asset negoziabile e vengono creati in seguito a un investimento in un progetto o in un’azienda. Diciamo che possiamo considerare il corrispettivo su blockchain dei titoli azionari. È attraverso i security token che le transazioni che coinvolgono questi asset possono essere registrate sulla blockchain e quindi tracciate in modo sicuro, univoco e trasparente.
- Governance Token. Questi token permettono a chi li detiene di partecipare ai processi decisionali relativi all’ecosistema di cui fanno parte in modo decentrato, anche a distanza. Gli stakeholder che detengono token di governance possono quindi per esempio esprimere il loro voto su proposte che riguardano l’evoluzione del progetto aziendale.
Token e Criptovalute: qual è la differenza?
Come abbiamo anticipato nell’introduzione a questo approfondimento sui token, spesso si fa confusione tra criptovalute, ma questi sono degli strumenti differenti.
- Le criptovalute sono valute native di una blockchain e pertanto sono una parte integrata e inscindibile della catena stessa.
- I token, invece, vengono creati su blockchain già esistenti e sono regolati da smart contract.
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I token hanno diversi ambiti di applicazione: possono essere utilizzati per semplificare i processi di governance e per gestire i propri asset finanziari in modo sicuro e trasparente.
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